La “Viminale”: il Titanic italiano dimenticato.

È la notte del 25 luglio 1943.
Siamo al largo della costa calabrese di Palmi, di fronte allo Stretto di Messina.
All’improvviso un bagliore e un fragore assordante squarciano l’oscurità.

La grande motonave "Viminale" è colpita e affondata da una unità alleata. Così il tenente Cecil C. Sanders (oggi 90enne) al comando della motosilurante, descrive quei terribili momenti:
«Guardando i nostri radar avvistammo un probabile bersaglio al largo di Palmi. Ci siamo avvicinati con lentezza ... il mio primo siluro di sinistra la colpì in pieno...ho visto la grande nave da trasporto esplodere e scivolare rapidamente sotto le onde».

Fu così che il mare inghiotte il vanto della cantieristica italiana.
Un grande transatlantico dalla stazza di 8.657 tonnellate e oltre 140 metri di acciaio, di ponti, di stive cariche di merce, di cabine di prima, seconda e terza classe e di sobri saloni per le feste.
Varata nel 1925 per conto del Lloyd Triestino, la Viminale è stata una delle prime a sbarcare nei porti del Giappone quando il Paese del Sol Levante era veramente un sogno lontano e impossibile.

Ma non ha passato giorno della sua vita senza lottare. Ha gareggiato quando era la motonave più innovativa e moderna del Lloyd Triestino, ha sofferto quando partiva per viaggi lontani con il suo carico di emigranti e ha infine combattuto insieme alle truppe che instancabilmente trasportava verso fronti ostili.

Fino alla tragica notte che la vide scomparire, colpita a morte da un siluro.
Da quel momento la Viminale e la sua storia cadono nell’oblio assoluto.
Rimasta inviolata e dimenticata sul fondo del mare calabrese, le sue sorti cambiano completamente quando, sessant’anni più tardi, esattamente nel 2000, viene ritrovata e identificata da un’équipe di subacquei.

La scoperta è eccezionale: si tratta dell'unica grande nave italiana che si può ancora ammirare, in acque nazionali, in uno stato perfettamente integro, posizionata in assetto di navigazione.

Dei sub fa parte la nota giornalista subacquea Maria Pia Pezzali che da quel momento, tassello dopo tassello, ricostruisce la storia della nave in collaborazione dello scrittore Achille Rastelli e dell’Ufficio Storico della Marina militare.

Le appassionanti ricerche, durante quasi un quinquennio, sono state quindi tradotte in un volume illustrato, dal titolo “Storia della Motonave VIMINALE - Varo, Siluramento e Scoperta 1925 - 1943 – 2000”, che unisce la storia navale, la storia del XX Secolo e la ricerca subacquea come avamposto dell'archeologia industriale.

Un libro che racconta un viaggio lungo vent'anni, raccontato attraverso le voci di coloro che respirarono il vento del suo mare, emigrarono con lei verso terre lontanissime, la sentirono tremare sotto la violenza delle bombe nemiche. Una storia raccontata anche da chi, quella fatidica notte del 25 luglio 1943 , affondò insieme ad essa e si salvò.
Una storia-incontro, quella della Viminale, che apre una finestra straordinaria su quelli che furono gli anni Venti, Trenta e sulla Seconda guerra mondiale, catalizzando intorno a sé le storie dell’epoca, le voci del nemico di allora, di coloro che la silurarono, minarono e affondarono.

Osservando le fotografie d'epoca, ammirando il grande quadro ad olio che la ritrae mentre corre veloce sulle onde con il tricolore che sventola libero a poppa, non si può fare a meno di pensare alla storia di questa nave, immobile nella sua gigantesca mole in perfetto assetto di navigazione, con le vetrate ancora integre, gli strumenti, i lunghi ponti e le poche suppellettili fisse al loro posto.

Una storia della quale nessuno sapeva nulla, scordata per sessant'anni su un fondale fangoso a 108 metri di profondità ma che oggi avrebbe tutto il diritto di “riemergere” come testimone speciale.
Le foto delle esplorazioni sono di un certo effetto…e chi ha amato la storia del più celebre “fratello maggiore”, il transatlantico Titanic, non può non appassionarsi alla Viminale.
D’altronde, non sapevo manco che questo relitto fosse così vicino a casa mia…proprio nel mio mare e nella spiaggia che frequento sin da bambino.

E scusate se è poco! ;)


Ecco alcune delle spettacolari foto del relitto della "Viminale":






















Commenti

Anonimo ha detto…
madonna che ignoranza, sconoscevo la storia di questa nave O_o
Anonimo ha detto…
nn ho letto tutto.. sai vista l'ora...
come mai voglia di titanic di la verita' ci hai pensato di far un viaggio su qlk nave :) ?
ahaha scherzo...
buon fine settimana
angela
Mimmo ha detto…
Miky...purtroppo devo confermare il famoso detto : "gli italiani hanno la memoria corta"! tante cose, situazioni e personaggi che hanno veramente contribuito a cambiare la storia degli italiani o sono stati testimoni di eventi importanti, cadono molto facilmente nel dimenticatoio!

Angela...l'unica nave che ho preso finora è stata quella che mi ha condotto in Grecia! ...sono ancora vivo...quindi.... ;)
un abbraccio a te!
Anonimo ha detto…
conoscevo la storia di questa nave e di molti altri relitti che giacciono nelle vicinanze, a partire da un u-boot tedesco
Mimmo ha detto…
anonimo...sei un esperto di ...naufragi :) o un semplice appassionato?
pare ci siano diversi relitti nella costa calabro-sicula...
Anonimo ha detto…
Ho partecipato all'operazione "viminale 2004" tenuta dall'explorer team bizantino non come sub, ho avuto modo di andare più volte nel punto in cui si trova il relitto all'epoca dell'operazione, ma anche tutt'oggi a fare da assistente sui 45 mt di profondità per eventuali problemi, non immaginate neanche la mole di lavoro per riuscire a fare qualche ripresa chiara da poter montare un filmato. Spesso l'acqua giù era torbida e non era possibile fare riprese o foto tanto che ci è voluta un'estate di immersioni per poter raccogliere un pò di materiale da montare. La nave non era ancora stata esplorata, ed all'epoca si trovarono i piatti ancora impilati e tante posate che poi scomparvero misteriosamente. Questi oggetti furono prelevati tutti e spartiti tra le persone che effettuarono l'operazione. L'immersione è molto impegnativa e pur avendo conseguito il brevetto due anni fa preferisco non andare a quella profondità, inizia a 90 e finisce sui 120 mt, un errore potrebbe essere letale!
Alesandro V ha detto…
sono passati 4 anni da l'ultima immersione fatta sul relitto, ma la voglia di ritornarci è ancora molto forte. Dopo una discesa in libera sul pedagno, arrivare sulla nave è un emozione da lasciarti senza fiato. Esplorarla e guardare in ogni piccolo anfratto ti da una grossa emozione. Spero di ritornarci.
Anonimo ha detto…
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Anonimo ha detto…
La ringrazio per Blog intiresny
Anonimo ha detto…
Hanno ritrovato la nave grazie a u anziano della tonnara di palmi che si chiamava Benfatto Ernesto che racconto tutta la storia perche quel giono era presente e ne anche gli e stato dato un ringraziamento.
giuseppe ha detto…
Ciao son Giuseppe il figlio di Carmelo.Mio padre mi racconta sempre di questa storia che lui visse in prima persona seduto sulla prua di una barca tirata a secco di Pietre Nere di quella lontana e tragica notte.Si ricorda perfettamente dei 2 rimorchiatori che tuuttora uno dei 2 giace a qualche metro al largo della Fiumara Petrace, e uno dei siluri che mancarono la nave finendo a terra inesploso a poche centinaia di metri da lui.e poila stessa barca dove lui era seduto ondo a soccorre i naufraghi...Una notte che papà Carmelo non ha mai dimenticato!!!

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