"Cloverfield": indovina chi viene a cena?
Prendete Godzilla, il mostrazzo più scalmanato “distruggi-metropoli” per eccellenza e ben impiantato nell’immaginario collettivo mondiale…Fatto? Adesso shakeratelo con la presunta, misteriosa e fatale strega del bosco di Blair. Fatto? Ok…avete ottenuto un esemplare di “Cloverfield”, il tanto atteso “disaster movie” preceduto da una campagna pubblicitaria “virale” via web (ve ne ho parlato qualche post fa) orchestrata dal prolifico J.J. Abrams (a lato), papà di Lost, e che ha generato un’attesa spasmodica. Il film, molto sui generis, riesce a coniugare bene, appunto, il fascino del terrore di massa provocato da un mostro che distrugge la città e la sensazione puramente realistica che solo una ripresa amatoriale può dare. Ma le similitudini finiscono qua con le due pellicole citate. Abrams e il regista (si fa per dire) Matt Reeves tentano infatti di rivitalizzare il genere ormai obsoleto con un bel tocco di intelligenza e uno spruzzo di genialità. Prima di tutto è assente il Supereroe di turno che cerca di salvare il genere umano; qua troviamo solo un gruppo di ragazzi, più o meno credibili, che scappano da qualcosa di cui non hanno minima consapevolezza e dove ciascuno è artefice del proprio destino (“Lost” docet). Proprio questo insolito punto di vista, diverso da quello tradizionale del regista onnipotente, dal punto di vista tecnico, e dell’eroe, dal punto di vista dell’intreccio, crea intorno all’invasione un fitto e coinvolgente mistero (ancora “Lost” insegna). Proprio per questi motivi la trama è ridotta all’osso e, unica anticipazione, non saprete mai cosa sta accadendo realmente, perché e come. Nonostante la traballante camera a mano e i numerosi movimenti convulsi che possono dare il voltastomaco (sconsigliatissimo a chi soffre di questi disturbi), alcune scene sono ben girate e plausibili, avvicinandosi ad un’esperienza in prima persona degna di un simulatore forse mai provata in modo così soddisfacente in una sala cinematografica. Le varie scene, che non vengono riprese da molteplici telecamere poste su piani diversi, non permettono quindi allo spettatore di nascondersi al di sopra delle parti gustandosi lo spettacolo dall'alto, ma lo costringono in prima persona (quindi diviene esso stesso “oggetto”) a gettarsi con forza all'interno di una vicenda tanto terribile quanto paradossale, fornendo al contempo pochissimi dettagli sull'evento; tassello fondamentale del gioco. Ogni suono, movimento o grido disperato lo si vive come fosse reale, in quel piccolo spazio che la telecamera riesce con difficoltà a inquadrare mentre la città di Manhattan viene distrutta da una non precisata entità aliena. La forza della pellicola è sicuramente questa. A questo si aggiunge il basso profilo del cast prettamente funzionale alla furba scelta della produzione di creare e far persistere questo alone di mistero e curiosità. Il film, grazie anche alla durata esigua di 74 minuti, gode così di un ritmo incalzante, incedendo frenetico senza pause o impacci.
TRAMA
New York, 22 maggio 2007: Robert sta per partire per andare a lavorare in Giappone e tutti gli amici si riuniscono in un loft e organizzano una megafesta a sorpresa per salutarlo degnamente. Jason, il fratello di Robert, affida al suo amico Hud una telecamera, assegnandogli il compito di riprendere la festicciola e raccogliere tutte le testimonianze di affetto di tutti i presenti nei confronti del fratello. Tutto procede tra alti e bassi fino a che il palazzo viene scosso da quello che sembra un violento terremoto che causa un immediato blackout; tra esplosioni e urla è il panico. I nostri si accorgeranno molto presto che si tratta di ben altro, di qualcosa di più terrificante: una gigantesca e misteriosa creatura di pessimo umore sta infatti radendo al suolo Manhattan. Arriva la bella scena madre, molto simbolica, con la testa della Statua della Libertà (povera stella, manco tempo di riprendersi dal recente “I am legend”! Un giorno o l’altro si vendicherà…) che vola come una palla infuocata fra i grattacieli mentre dal cielo piovono detriti che condensano una mastodontica nube di polvere. Unica via di salvezza è abbandonare immediatamente la zona, se non fosse però che Rob non ha la benché minima intenzione di lasciare l'ex ragazza indietro fra le macerie...da qui il caos assoluto. Tutto un flashback…visto che il tutto è testimoniato dal filmino amatoriale ritrovato anni dopo nella zona, ormai deserta ed abbandonata, un tempo conosciuta come Central Park. Si presume un sequel?
TRAMA
New York, 22 maggio 2007: Robert sta per partire per andare a lavorare in Giappone e tutti gli amici si riuniscono in un loft e organizzano una megafesta a sorpresa per salutarlo degnamente. Jason, il fratello di Robert, affida al suo amico Hud una telecamera, assegnandogli il compito di riprendere la festicciola e raccogliere tutte le testimonianze di affetto di tutti i presenti nei confronti del fratello. Tutto procede tra alti e bassi fino a che il palazzo viene scosso da quello che sembra un violento terremoto che causa un immediato blackout; tra esplosioni e urla è il panico. I nostri si accorgeranno molto presto che si tratta di ben altro, di qualcosa di più terrificante: una gigantesca e misteriosa creatura di pessimo umore sta infatti radendo al suolo Manhattan. Arriva la bella scena madre, molto simbolica, con la testa della Statua della Libertà (povera stella, manco tempo di riprendersi dal recente “I am legend”! Un giorno o l’altro si vendicherà…) che vola come una palla infuocata fra i grattacieli mentre dal cielo piovono detriti che condensano una mastodontica nube di polvere. Unica via di salvezza è abbandonare immediatamente la zona, se non fosse però che Rob non ha la benché minima intenzione di lasciare l'ex ragazza indietro fra le macerie...da qui il caos assoluto. Tutto un flashback…visto che il tutto è testimoniato dal filmino amatoriale ritrovato anni dopo nella zona, ormai deserta ed abbandonata, un tempo conosciuta come Central Park. Si presume un sequel?
Cloverfield, è da dirlo, non brillerà certo per ispirazione, nel senso più rarefatto del termine, ma è comunque una pellicola che ha la convinzione di poter rinnovare una vecchia forma espressiva attraverso nuove tecniche registiche e un progetto ben curato sotto molti punti di vista. La prova, inoltre, che non occorre spendere milioni di dollari in cast ed effetti speciali per produrre una buona pellicola. Da vedere con un bel gruppo di amici. Che non soffrano di vertigini, ovviamente.
Il mio voto: 7--
"Cloverfield", trailer:
Commenti
p.s. ti ho linkato anche io.
Comunque anche se il film non mi è piaciuto, trovo che l'idea sia geniale e al passo la tecnologia che ci portiamo dietro tutti i giorni nelle tasche: cellulari che fanno foto, video e montaggio; mini video ect.
buona gornata
Finazio...ti perdono dall'alto della mia indulgenza! :)) tanto mica l'ho scritto o girato io...fosse stato così non sarei più passato dal tuo blog. tze! ;)
questa volta passo!!!!
Peppe...il mostro però ha un ruolo quasi marginale nella vicenda! Non sapendo nulla su di lui è interessante invece vedere come reagisce il gruppo di sopravvissuti.
Freespiritman...a te, e a molti di voi, consiglio "La guerra di Charlie Wilson". Presto la recensione! ;)
Un saluto
P.s. non son riuscita a scriverti nella messaggeria....grrrr..grrrr
si aprono scommesse sui protagonisti... :P
Saluti D
buona serata
cmq bella la recensione. grz
Ciao ;-)
Orchideablu...bentornata carissima! :) ma...sei sicura che non sei riuscita a postare nella messaggeria??!! ;)
Miky...secondo ci saranno parecchie sorprese. Ma non saprei se ci sarà veramente un sequel...bho! L'onda della sorpresa è già...svampato. ;)
Diego...ma l'hai visto??
Elle...è un piacere averti nel mio blog! ;)
Lollodj...bhe sì, è una di quelle pellicole che al cinema rende decisamente meglio.
Mariad...grazie! ;)
Pino...e poi fammi sapere! :)
Era un multisala.
Avrei fatto bene a dirottarmi su questo.
Almeno non avrei assistito ad una malfatta cover di "28 days later"..
Grossa amarezza.