La via del Cilicio...

Oggigiorno in Italia pare che fare la senatrice od il senatore sia un mestiere duro e logorante: non basta essere ben preparati sulla propria materia, avere convinzioni forti ed essere fedele fino in fondo alle proprie idee…bisogna essere svegli e non farsi turlupinare dall’ultimo crudele conduttore televisivo di turno!


La sensazione è che la televisione non faccia altro che sbatterci in facci la sua abissale distanza dal paese reale, in un quadro assolutamente speculare che vede contrapposti due mondi: uno cosiddetto da baraccone e l´altro di una soave e rassicurante norma familiare. Una rappresentazione manichea, come quella che ne dà buona parte del mondo politico. È inoltre del tutto evidente che molte trasmissioni puntino invero a generare un “caso” televisivo su cui poter parlare per altri 7 giorni, su giornali, programmi di approfondimento e roba varia.


Gli ultimi “casi” politici scaturiti dalle interviste della senatrice Paola Binetti, esponente della Margherita e membro dell’Opus Dei, e del pio Clemente Mastella che ospite ad “Anno Zero” (Santoro - RaiDue) è dovuto scappare via dopo decine di attacchi ai quali a saputo dare risposte balbettate ed incerte.
La faccenda pittoresca del cilicio, che stà imperversando in Italia, è scaturita dalla testimonianza della stessa Binetti che pare ne abbia confessato l’uso, da cattolica fervente.

Ma cosa sarebbe il cilicio???

Il termine deriva dal greco Kilikion, ovvero la Cilicia, regione turca dove si allevavano le capre.
Dalla lana di queste capre si filava una veste ruvida e scomoda, usata dai soldati dell'esercito romano.
Successivamente gli anacoreti cristiani hanno iniziato ad usare questa maglia sulla pelle nuda, allo scopo preciso di graffiarla e mortificare la carne.
Nel linguaggio moderno, tuttavia, per cilicio si intende un altro strumento di dolore. Si tratta infatti di una cinghia uncinata o di una corda ruvida costellata di chiodi, che si stringono intorno alla vita o alla coscia. Il dolore non è estremo, se non si stringe eccessivamente, ma è costante. Molti ordini cattolici usavano (e usano) il cilicio come strumento utile di penitenza: tra questi il più celebre è certamente l'Opus Dei.
In genere, tuttavia, viene indossato per due ore al giorno, e non deve graffiare la pelle, o macchiarsi di sangue.

Il senso all’uso di questo “strumento” è comprensibile solo in una prospettiva di fede. Il cilicio riguarda la salita spirituale, come un invito a partecipare in qualche modo alla Passione di Cristo. Forse il cilicio appartiene a un'epoca perfetta come il Medioevo, a quell'equilibrio tra uomo, mondo e Dio cui non mancava alcuna sfumatura, neanche il mistero, la grande mistica...

Oggi, nella nostra età imperfetta, il nostro cilicio perfetto lo abbiamo già: la vita quotidiana!
E tra uno spasimo e l'altro non vale a smuoverci il sorriso neppure la solleticanti pronuncie della Chiesa e il fatto che il nuovo presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che subentra all’ormai mitico Eminenz Ruini, abbia avuto, niente po' po' di meno, il grado di generale di corpo d'armata, in quanto capo di tutti i cappellani militari.
E pensare che a volte si accusava il precedente pontefice di darci il tormento. Che ingrati! Al tempo di Karol Woytila si respirava un clima di pace e serenità, in confronto ai proclami, ai commenti, alle allusioni, agli ammaestramenti, al chiacchiericcio di questi giorni, da quando alcuni audaci si sono messi a stuzzicare il vespaio come ad esempio con la faccenda delle coppie di fatto.

Visto che la fortuna aiuta gli audaci, speriamo che dalla loro provocazione nasca qualcosa di buono anche per i laici tutti.
E, nell'attesa del miracolo, speriamo anche che giornali e TV si stanchino di ossessionarci montando a neve ogni parola del Pontefice, del Segretario di Stato e dei presidenti della Cei.

Il nostro cilicio farebbe meno male.

Commenti

Anonimo ha detto…
quanto mi sn divertita a avedere quella puntata di Anno zero..la fuga di Mastella è stato un atto di vigliaccheria, prova ancora una volta, che il contradditorio tra giornalisti e politici è pura utopia e quando avviene c'è la fuga di quello o quell'altro.
Mimmo ha detto…
Giuso Miky...conconrdo con te!
Infatti se c'è un punto ben definito nel rapporto politici-giornalisti....credo che sia proprio quello della NON-contradditorietà!
aggiungi anche l'incompetenza, il bigottismo e la poca comunicatività di "alcuni" politici....e lo show è assicurato!!! purtroppo!
Anonimo ha detto…
imparato molto
Anonimo ha detto…
quello che stavo cercando, grazie

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