Giochi di potere VS vite di uomini

Purtoppo è accaduto quello che tutti noi speravamo non accadesse: Admijal Naqshbandi, 25 anni, il traduttore di Mastrogiacomo, è stato barbaramente giustiziato dal gruppo di talebani di cui era ostaggio.

Un delitto che non trova alcuna giustificazione ma non c'è giustificazione perché si approfitti di questo per speculazioni politiche.

Per Gino Strada, fondatore di Emergency, l'uccisione di Nashkbandi è "una sconfitta per tutti, come sempre, quando si perde una vita umana".

Intanto il TG1 ha pensato bene (con tanto di valore di SCOOP) di mandare in onda le immagini dell'uccisione dell'autista di Gino Strada.

Fino a qualche tempo fa, quegli orrori erano riservati a Internet: forse, la concorrenza inizia a farsi pesante ed i vecchi media televisivi di regime s'adeguano.

Adesso aspettiamo solo che siano trasmesse anche le immagini di qualche massacro compiuto qua è la in Medio Oriente: da Nablus a Falluja, dagli USA ad Israele.
Per par condicio.

Questa mattina invece trenta italiani, collaboratori di Emergency, hanno lasciato l'Afghanistan per protestare contro l'arresto di Rahmatullah Hanefi da parte dei servizi segreti afgani e le accuse all'organizzazione umanitaria di fiancheggiamento dei talebani.
La decisione non è stata improvvisa.
Ad Emergency ci pensavano da giorni, stretti nel dilemma se rimanere in condizioni di estrema difficoltà o se far evacuare, almeno temporaneamente, gli operatori internazionali.

Ha detto Gino Strada: «Quando il governo del paese in cui lavori si pone come nemico, non ci sono le condizioni di sicurezza».


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